Altro piccolo racconto di Alan Bennett. Carino, ma non esilarante come il precedente "Nudi e crudi".
E' difficile esporre la trama al futuro lettore, perché l'autore la svela, come in un giallo, man mano che il racconto si svolge, giocando sull'allusione e sugli equivoci.
Una trama avvolta da una tipica nebbia londinese, che permette di svelare i contorni delle situazioni e dei personaggi, solo avvicinandosi ad essi, attraverso un sapiente dosaggio di indizi, disseminati lungo tutto il suo percorso.
Quindi, illustrarvi la trama, sarebbe un po' come svelarvi l'assassino di un giallo, prima che cominciaste a leggere il libro!
Dovrete accontentarvi della quarta di copertina del libro stesso:
"Si sa che non c'è nulla di più mondano quanto un buon funerale. E ancor più se si tratta di commemorare un estinto che, letteralmente, ha avuto per le mani la "crème de la crème", ambosessi, di Londra. E allora l'evento può diventare, oltreché mondano, atrocemente intimo. E rischiare da un momento all'altro di sgangherarsi, se il suo programma prevede un preoccupante assolo di sax. E se uno dei convenuti si alza in piedi per tessere un panegirico dell'anatomia del trapassato."
Il racconto è costruito come una sceneggiatura teatrale, poiché si svolge quasi unicamente in un unico ambiente e in un unico tempo: la cerimonia di commemorazione di un defunto illustre e... particolarmente "intimo" a molti!
Da leggere sicuramente, ma senza pretendere di ridere così tanto come in "Nudi e Crudi".
A. Bennet, La cerimonia del massaggio, Adelphi 2002
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