martedì 18 gennaio 2011

Sul buon uso della lentezza di Pierre Sansot

I libri di Sansot sono sempre piacevoli da leggere e questo non ha tradito le aspettative.
L'autore promette già dal titolo dei buoni consigli di vita e in gran parte mantiene questa promessa. In realtà l'unico metodo da applicare per vivere un giusto ritmo nella vita è RIFLETTERE; domandarsi cosa valga la pena di vivere e come utilizzare il proprio tempo.
La vera domanda è: perdere tempo si coniuga con la lentezza o con la velocità del fare? Perdere tempo è l'antitesi dell'efficienza; ma l'efficienza porta necessariamente all'efficacia e all'essenza della vita ed è compatibile con la fretta e la superficialità? Se cerchiamo di fare troppo, abbuffandoci di cose ed esperienze, in un certo senso perderemo il nostro tempo, nel senso che lo distribuiremo in "investimenti" superflui e troppo diversificati, senza utilizzarlo al meglio, concentrandoci su poche cose, ma buone.
Da leggere... lentamente, magari coniugandolo con Momo di Ende.

Sinossi
Mostrandoci come i piccoli gesti quotidiani e la virtù della calma possano arricchire e migliorare i rapporti tra le persone, Pierre Sansot ci presenta la lentezza come scelta di vita. Una vita che scorre come un lungo fiume tranquillo, un percorso senza sforzi o accelerazioni eccessive, in cui ogni giorno e ogni istante sono assaporati fino in fondo.

giovedì 13 gennaio 2011

P(aper)-book & E(lectronic)-book

Si discute spesso di ebook, di come essi cambieranno la letteratura, se in meglio o in peggio.
Credo che invece la letteratura cambierà e basta. Non in meglio, non in peggio. E' opportuno mantenere un atteggiamento laico e non apocalittico sull'evento.
La novità spaventa: è normale poichè tutte le novità spaventano. Spaventa in fondo, il doversi ri-adeguare, cambiare le proprie abitudini e i propri punti di riferimento.
Questa rivoluzione non è la prima nella letteratura, ne sarà l'ultima. A suo tempo, l'invenzione della stampa di Gutenberg fece lo stesso effetto sui "puristi" delle produzioni amanuensi; così come il cinema uccise il teatro e la tv uccise il cinema e il reality uccise la fiction...
D'altra parte, già da molti anni il libro è di fatto elettronico. Si scrive al computer, si invia all'editore con la posta elettronica, si impagina coi sistemi computerizzati, si corregge al PC, si inseriscono immagini da internet,... Solo il prodotto finale è cartaceo.
Il libro oggi è semplicemente un ebook stampato.
Qualcuno sostiene che la gioia di tenere un caldo libro cartaceo fra le mani sarà sempre e comunque insuperabile alla fredda elettronica digitale di un tablet. Vero. Ed infatti i libri cartacei esisteranno sempre ed anzi, poiché ognuno di noi, avrà la possibilità di acquistarli per scelta e non più per necessità, potrà ambire ad averne di meno, ma di alta qualità. ebook stampati su carta pregiata, con rilegature di pregio... Pochi, ma buoni.
Se io potessi, convertirei tutta la mia attuale biblioteca (cartacea) in elettronico (viva lo spazio ed il feng shui!) e terrei solo delle belle edizioni pregiate e costose di 10-20 opere fondamentali della letteratura (Divina Commedia, Iliade, Odissea, Promessi Sposi, La costituzione,...) e sarà davvero piacevole poterne sfogliare ogni tanto la carta pregiata, ammirare le illustrazioni di Dorè.
I libri elettronici invece, li renderei visibili usando una bella cornice elettronica (di quelle che oggi si usano per le foto digitali) che ciclicamente, o per selezione categorizzata, mi mostrasse le varie copertine digitali con inclusa la sinossi...
Comunque, io credo che, almeno dal punto di vista creativo, la diffusione degli ebook, aprirà a nuove prospettive stimolanti.
Proviamo a chiederci cosa si potrebbe fare con un aggeggio, simile all'attuale libro, ma che lo imita solo come punto di partenza, come un ideale passaggio del testimone nella staffetta dell'evoluzione letteraria.
Oggi i tablet non fanno altro che imitare il libro cartaceo, lo emulano e ciò è necessario; è il passaggio del testimone, il punto di contatto. Ma per il nuovo "staffettista" rappresenta una ripartenza per avanzare negli spazi inesplorati della letteratura.
In questo ideale passaggio del testimone, uno dei primi passi potrebbe essere il cambio della concezione dei contenuti (dinamici, aggiornabili, personalizzabili, che variano al variare dell'umore, connessi in rete, in multi dialetto, multi mentalità, multi sex, multi età,... «inserisci la tua età, sesso, origini sociali» e tac! Ecco il libro personalizzato e profilato!).

Un esempio?
1. Nel nuovo romanzo di Sandro Veronesi, XY, pubblicato a fine 2010, si racconta fra le altre cose, di strani casi di pazzia ereditaria in una casa di cura per malati di mente a Pergine, in Trentino.

2. il 3 gennaio 2011, il corriere.it pubblica una notizia, sul ritrovamento dei resti di 220 persone in Tirolo, durante i lavori in un ospedale psichiatrico in Austria. Forse vittime dell'eutanasia nazista, eliminate nel periodo tra il 1938 e il 1945, per presunte "malattie ereditarie" fra le quali i nazisti includevano anche quelle mentali. È possibile quindi che fra i resti resti scoperti vi siano anche quelli di sudtirolesi. Fino a pochi anni fa, infatti, in Alto Adige, in assenza di una clinica psichiatrica vera e propria, i malati venivano ricoverati o in una casa di cura di Pergine in Trentino, o proprio a Hall in Tirolo...

In sintesi: a Pergine sono finiti i parenti stretti di uno degli abitanti del piccolo borgo trentino sconvolto da un delitto atroce, da incubo. Incarnazione del male assoluto. In una parola SATANICO. E Pergine, negli anni '40 fu coinvolta parzialmente nel programma nazista di eutanasia, sterminio, pulizia etnica, mito della razza pura. Incarnazione del male assoluto. In una parola SATANICO.

Finzione e realtà si incontrano, si interconnettono.
Fin qui niente di strano, ma la novità sta nel fatto che la notizia (reale) è successiva al romanzo, non può averlo ispirato, quindi niente interconnessione.
Con un ebook, collegato in rete tramite un tablet, l'autore potrebbe anche "dinamicizzare" il finale, cambiando la trama, creando percorsi narrativi alternativi e personalizzabili; il romanzo potrebbe agganciare questa notizia di cronaca, fornendo una spiegazione postuma. Potrebbe sostenere, ad esempio, che il demonio, essendo riuscito solo in parte, negli anni '40 a svolgere la sua opera di distruzione, avesse cercato oltre mezzo secolo dopo, di completare l'opera la dove il nazismo (suo servitore sulla terra) non era riuscito fino in fondo, proprio su Pergine, su quelli che invece di finire a Hall, s'erano fermati a Pergine!

Certo... potrebbe... Non è mica obbligato. Per molti, queste "eresie" sono assolutamente ridicole e forse lo stesso Veronesi s'incazzerebbe (e chiedo scusa per la picaresca ipotesi fin da subito). O forse no. Dipenderà dai gusti. Sarà solo una possibilità in più che potrebbe condurre ad un nuovo genere letterario quello del romanzo dinamico e profilato, figlio dell'evoluzione tecnologica.
A qualcuno potrebbe piacere, alla maggior parte forse no.
Ma vista la penuria di lettori in Italia... se ciò può contribuire a far avvicinare alla lettura qualche persona in più: ben venga!

CHE VE NE PARE?

lunedì 10 gennaio 2011

Come un romanzo di Daniel Pennac

Molto divertente.
Anche se le considerazioni e l'intento educativo, anzi "manualistico", sono molto fra le righe: non vi aspettate di trovarci indicazioni chiare, aforismi o istruzioni operative ma, forse in modo anche più efficacie, delle sublimazioni ed evocazioni molto efficaci come, ad esempio, quello di nascondere i libri "appositamente" alla vista dei ragazzi o di farsi "scoprire" da essi mentre leggiamo clandestinamente bei libri "di nascosto".
La trasgressione attira molto più dei saggi consigli, per far assumere alla lettura tutto il fascino del mistero, della scoperta del proibito e del prezioso...
D'altra parte, non era forse G.B Shaw a dire che le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare?

Sinossi: E' proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché "le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere".

martedì 4 gennaio 2011

NOVITA': Una nuova classificazione sulle letture

------ NOVITA' SUL BLOG -------


Da oggi introduciamo una nuova classificazione dei libri di cui tratta il blog.
Si tratta di un diverso punto di vista che classifica, più che i libri di per sè stessi, le letture e le sue relative riflessioni, evocazioni, emozioni; una classificazione soggettiva delle funzioni assunte dai libri stessi, complementare e non alternativa a quella tradizionale.
Ognuno, se vuole, può utilizzarla anche per ricavarne consigli e indicazioni.
Ed ecco che, ad esempio, un libro per bambini come Momo di Michael Ende, può venir classificato sotto la voce filosofare; oppure il romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia, può rivelarsi un modo utile e diretto per affrontare l'adolescenza e capire molti aspetti legati a quel mondo particolare, al pari e forse anche meglio, di qualsiasi altro manuale di psicopedagogia di grido.

Le lettere di Babbo Natale di John Ronald Reuel Tolkien

Il Grande Maestro della Fantasia non si smentisce. Mai.
Grande Maestro anche nell'ideazione pratica oltre che letteraria.
A dispetto del titolo e dei destinatari delle lettere (i figli di Tolkien), questi racconti sono ideali per i ragazzi più grandi e per gli adulti.
Per i bambini restano valide e insuperabili le fondamentali fiabe dei fratelli Grimm.

Ma queste belle Lettere di Babbo Natale sono da leggere e non necessariamente sotto Natale; molto meglio, piuttosto, seduti sotto un faggio, in un bosco di faggi.

In fondo, poi... chi non avrebbe voluto un padre come Tolkien? Colto, famoso e in grado di concepire una tale sorpresa ai propri figli? Certo, noi oggi abbiamo a disposizione Nintendo, Ipod, Ipad, Tv, PS2; ma lui... Poverino! Negli anni '20, qualcosa doveva pur inventarsi per sorprendere i propri pargoletti!

Ora, che anche noi siamo ormai entrati a pieno regime negli anni '10... Cosa regaleremo ai nostri figli dal prossimo Natale?

Sinossi
Il 25 dicembre 1920 J.R.R. Tolkien cominciò ad inviare ai propri figli lettere firmate Babbo Natale. Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni, affrancate con francobolli delle Poste Polari e contenenti narrazioni illustrate e poesie, esse continuarono ad arrivare a casa Tolkien per oltre trent'anni, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori. Una scelta di questi messaggi annuali, trascritti a volte in forma di colorati logogrifi, formano questa fiaba intitolata "Le lettere di Natale", scritta a puntate da un Tolkien non tanto in vena di paterna e didattica allegria, quanto in groppa all'ippogrifo della sua fantasia filologica e ironica.