martedì 6 settembre 2011

Lo spazio e la memoria

Lo scorso fine settimana, io e mia moglie, abbiamo deciso di mettere in ordine il soppalco di casa.
Per chi ha una casa piccola, il soppalco rappresenta la soffitta delle vecchie case (o la cantina, dipende dai casi).
Un posto dove si accumulano tante cose e dove si nascondono o si dimenticano, più o meno consapevolmente, i ricordi e le emozioni legate a tanti oggetti.
Riordinare un soppalco, una soffitta, una cantina, è un'operazione delicata, che richiede un certo tempo. Un tempo difficile da pianificare, perchè lo scorrere fra le mani di vecchie foto, album, quaderni, telefoni, tazzine, tele, colori, stampe, quadri, penne stilografiche, cornici, cartoline, appunti, lettere o bollette telefoniche, ci costringe a fermarci, per ripercorrere mentalmente i ricordi e rispolverare la nostra memoria. Un'operazione che per ogni oggetto ci pone di fronte ad una scelta, a volte un dilemma. Disfarci del nostro passato o recuperare la memoria dell'esperienza? Liberarci di lacci e laccioli, che per troppo tempo ci hanno avvinghiato a schemi abitudinari, oppure riappropriarci di legami e vecchie passioni, troppo presto abbandonate, sopraffatte dalla quotidianità o dalla pigrizia creativa? Liberare spazio fisico o preservare uno spazio mentale?
Insomma, riordinare un soppalco è un'operazione che assomiglia più ad una metafora, che ad una attività vera e propria.

Tale dilemma per me, è diventato cruciale quando, ad esempio, mi sono imbattuto in alcuni vecchi cartelloni che realizzai sette anni or sono, nel 2004, per organizzare la festa di compleanno delle mie due figlie, oggi adolescenti.
Niente di particolarmente elaborato anzi... una caccia la tesoro... un cruciverba... alcuni giochi enigmistici a tema.
Inoltre, per l'occasione, scrissi quattro racconti che avevano come protagoniste le mie stesse figlie e realizzai dei cartelloni a supporto del "cantastorie" (la mia amica Giuliana), che recitò magistralmente le diverse storie, attorniata da decine di bambini, in mezzo ad un bel prato verde.
"Allora? - ho chiesto a mia moglie, alle mie figlie e a me stesso - Li butto o li conservo questi cartelloni?"
Momenti di panico e titubanze strazianti!
Alla fine ho preso una decisione; di compromesso, ovviamente e inevitabilmente.
I cartelloni sui racconti li ho conservati, mentre tutti gli altri li ho buttati via.
Che criterio ho usato? Non lo so: mi sono affidato alle mie emozioni.
Ma per tutti ho fatto delle foto e ho deciso di affidarli alla memoria di questo blog.

E voi... che ne pensate?






3 commenti:

  1. Ma sono bellissimi! Non buttare via niente... non buttare via niente...
    Baci e cassetti per riporre in ordine i ricordi

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  2. Chiara, grazie per i bellissimi...
    Idealmente li avrei conservati tutti, se avessi posseduto più spazio.
    Ma poi, siamo certi che sia solo un problema di spazio fisico? Un mero problema pratico?
    Non abbiamo forse bisogno di distaccarci dalle esperienze passate, affidandoci solo al ricordo, alla nostra memoria emozionale, per creare cose nuove, per avere maggiori stimoli?
    Fabbroscrivano

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  3. Anche io ho affrontato la mia cantina qualche settimana fa, e mi ritrovo in tutto ciò che hai provato tu. Quanti ricordi, emozioni, di tante vite fa! E' stato un po' come fare una seduta con un ottimo analista, che non commenta, non giudica, ma fa scorrere i tuoi pensieri le tue parole in libertà, sapendo che prenderanno il loro giusto posto, e quelle che non servono più verranno naturalmente eliminate. Infatti alla fina mi sono accorta di aver eliminato tutto ciò che era meramente materiale, tutto ciò che ha riportato al cuore e alla mente esperienze ed emozioni, ha ritrovato il suo posto in cantina e soprattutto dentro di me. Queste “cose” le ho curate, sistemate e riposte come si ripone il più prezioso dei tesori!

    Baci Cri

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