Ho trovato la recensione di questo libro, seguendo un dibattito suscitato da un recente e controverso saggio pubblicato negli Stati Uniti (Il ruggito della mamma tigre di Amy Chua), che propone i metodi educativi di una mamma di origine cinese; metodi molto "duri" e scandalosi agli occhi di noi occidentali.
Non ho letto il libro di Chua. Per ora non mi attira. Paradossalmente invece, mi ha incuriosito questo saggio, citato per un aspetto secondario affrontato nel dibattito.
Il saggio è molto interessante e offre anche un rapido excursus sulla storia e l'evoluzione della pedagogia negli Stati Uniti, in Europa e in India.
Per noi italiani inoltre, il vantaggio è offerto da una visione ampia e globale del fenomeno di questa parabola dell'istruzione e dell'educazione, ormai pericolosamente orientata ai soli aspetti pratici e del "ritorno di investimento" immediato. Magra consolazione certo, il fatto di non sentirsi unici in questa china pericolosa. Non ci aiuta affatto, ad esempio, sapere che ormai è pratica comune quella dei diversi governi nazionali di valutare le università statali in base al profitto, ai risultati economici, al ritorno d'investimento, ecc. Deprimente...
Soprattutto perchè l'autrice sostiene e in parte dimostra, come il depauperamento della formazione, attraverso la marginalizzazione della cultura umanistica, è dannoso sia all'uomo in quanto cittadino democratico, che lo vede sempre più involuto in un pensiero unico, conformista e distaccato dalla cosa pubblica; sia all'innovazione tecnica e scientifica stessa, incapace di nuove e geniali invenzioni, di saper vedere nuovi orizzonti e saper crescere nuovi Galilei, pronti a rompere gli schemi e a commettere eresie scientifiche e culturali.
Ci stiamo avviando verso generazioni di medici che non curano, ma seguono solo "protocolli terapeutici"? Verso avvocati che non difendono, ma inoltrano pratiche e procedure protocollate via internet? Verso generazioni di tecnici che non riparano, ma cambiano pezzi pre-assemblati, definiti eloquentemente black-box (scatola oscura, appunto) di cui non ne conoscono la composizione, ne tantomeno il funzionamento?
Forse stiamo formando delle nuove generazioni di S.C.N.T.D. (Sudditi Condiscendenti e Narcolettici della Tirannia Democratica)... a proposito della tendenza a semplificare tutto in sigle ed acronimi (metodo efficacie ad eliminare la complessità...). Stiamo crescendo nuove generazioni con opinioni non formate e plasmate attraverso il ragionamento e il pensiero, ma con pareri distribuiti dai mass media come black-box; pezzi nuovi e moderni, da sostituire e riassemblare nel proprio sistema di valori in base alle mode del momento, certificate dagli ultimi sondaggi!
Sinossi
Assistiamo oggi a una crisi strisciante, di enormi proporzioni e di portata globale, tanto più inosservata quanto più dannosa per il futuro della democrazia: la crisi dell'istruzione. Sedotti dall'imperativo della crescita economica e dalle logiche contabili a breve termine, molti paesi infliggono pesanti tagli agli studi umanistici ed artistici a favore di abilità tecniche e conoscenze pratico-scientifiche. E così, mentre il mondo si fa più grande e complesso, gli strumenti per capirlo si fanno più poveri e rudimentali; mentre l'innovazione chiede intelligenze flessibili, aperte e creative, l'istruzione si ripiega su poche nozioni stereotipate. Non si tratta di difendere una presunta superiorità della cultura classica su quella scientifica, bensì di mantenere l'accesso a quella conoscenza che nutre la libertà di pensiero e di parola, l'autonomia del giudizio, la forza dell'immaginazione come altrettante precondizioni per una umanità matura e responsabile.
Davvero triste il vento che ha smesso di vorticare! Tutti chiusi in uno sgabuzzino di immagini e dati. Mi rifiuto! Categoricamente! Perchè il respiro non è ancora condizionato del tutto da un orologio comune, ma l'ossigeno è sempre meno e puzza terribilmente di muffa...
RispondiEliminaBellissimo il tuo post
Baci e viaggi in fondo al mare