giovedì 17 novembre 2011

Come dire. Galateo della comunicazione di Stefano Bartezzaghi

Prima di tutto una premessa.
Questo libro non l'ho scelto io e, d'altra parte, non ne avevo alcuna intenzione.
Mi è stato regalato dal mio amico Pierpaolo.
Non per un compleanno o per qualche altra occasione particolare.
Me l'ha regalato perchè ha pensato che fosse "adatto a me".
"Questo libro è per uno come te, - mi ha detto - a cui piace scrivere giocando con le parole".
S'è presa una bella responsabilità il mio amico Pierpaolo, perchè regalare un libro non è mai una scelta facile.
E' molto più semplice regalare una sciarpa piuttosto che un libro, perchè la prima basta indossarla, mentre il secondo è un regalo che impegna il tempo e l'attenzione di chi lo riceve.

Dopo averlo letto, si è rafforzata in me l'idea che il mio amico Pierpaolo ci ha preso anche stavolta: come avrebbe detto un noto politico molisano... "c'azzecca".

Questo libro è esilarante! Leggerlo sulla metro è rischioso: vi prenderanno per pazzi, vedendovi ridere con le lacrime agli occhi, come davanti ad una pellicola di Stanlio e Ollio!
Una vera rivelazione Bartezzaghi: un fine e raffinato giocoliere delle parole!
Non vi dirò di più: troverete tutto scritto nel libro... Buona lettura e buon umore!

Per parte mia, lasciatemi ringraziare due volte il mio amico Pierpaolo: una per il libro ed una per questo libro.

Sinossi: "Le scorrerie di Bartezzaghi, allegro linguista e principe dei giocatori di parole, tra le praterie della lingua: i suoi usi e abusi, i suoi trucchi e doppi sensi. I nuovi modi di comunicare della civiltà digitale: il web, le mail, gli sms. I blog. Facebook e Twitter. Telefoni da leggere e da scrivere. Com'è fatto l'italiano che parliamo. I nuovi strafalcioni. E quelli antichi. Dall'editorialista di "Repubblica", un ritratto comico dell'Italia postmoderna, la sua lingua, la sua grammatica, la sua morfologia, la sua sintassi"

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