Ho aperto questo saggio solo per curiosità.
D'altra parte, la prima motivazione alla lettura è proprio la curiosità.
Una vera sorpresa, sia per la storia, sia per lo stile dell'autore e per l'uso sobrio del linguaggio.
Barbero è capace di raccontare con linearità, fatti ed argomenti anche complessi e dibattuti, con la forza della narrazione più che del saggio.
Il parallelismo, ad esempio, con l'attuale immigrazione di oggi o con la decadenza di un potere corrotto, è evidente anche se non volutamente sottolineato dall'autore; nasce dalla capacità di Barbero di delineare i protagonisti come veri personaggi di una storia da raccontare.
Da leggere in tre o quattro sere, che potrebbero raddoppiare sorseggiando un buon chianti.
Sinossi: "Questo libro racconta di una battaglia che ha cambiato la storia del mondo ma non è famosa come Waterloo o Stalingrado: anzi, molti non l'hanno mai sentita nominare. Eppure secondo qualcuno segnò addirittura la fine dell'Antichità e l'inizio del Medioevo, perché mise in moto la catena di eventi che più di un secolo dopo avrebbe portato alla caduta dell'impero romano d'Occidente. Parleremo di Antichità e Medioevo, di Romani e barbari, di un mondo multietnico e di un impero in trasformazione e di molte altre cose ancora. Ma il cuore del nostro racconto sarà quel che accadde lì, ad Adrianopoli, nei Balcani, in un lungo pomeriggio d'estate."
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