Un classico. Denso di spunti.
Una descrizione accurata di come un grande autore inventa le proprie trame, veste i personaggi e traduce le proprie visioni in racconti.
Si intravede la sua ambizione, quasi la sua ossessione, che è quella di far partecipare gli altri, i lettori, ai propri sogni, traducendoli in storie.
Colpisce la disciplina e la precisione nell'uso del vocabolario, il dosaggio delle parole e la loro combinazione.
Colpisce la mitezza e l'umiltà di questo gigante della letteratura americana.
Denso di descrizioni e anche di due testimonianze proprio su Carver, questo libro non è un manuale per scrittori, nel senso classico del termine, piuttosto va gustato come una biografia della professione di un grande scrittore e un incoraggiamento a essere scriventi, a scrivere cioè, non necessariamente per pubblicare, ma anche solo per tradurre le proprie esperienze e illusioni in parole per fissare quelle emozioni destinate a svanire nell'oblio del tempo.
Sinossi: "Esercizi di scrittura creativa, lezioni, istruzioni per la composizione di una short-story, note sull'arte della concisione. L'insegnamento della scrittura creativa è stato per Raymond Carver qualcosa di piú che un modo per guadagnarsi da vivere: cominciò negli anni '70 a tenere le sue memorabili lezioni di Creative Writing - in un periodo segnato dalla devastazione dell'alcolismo - e quelle lezioni oltre a dare origine a una vera e propria tendenza letteraria furono per Carver un modo per riflettere sul senso del narrare e per confrontarsi con i grandi scrittori suoi maestri - da Checov a Hemingway -, in particolare sulla forma della short-story"
Ce l'ho...
RispondiEliminaBaci e biblioteche da perder la testa