lunedì 10 gennaio 2011

Come un romanzo di Daniel Pennac

Molto divertente.
Anche se le considerazioni e l'intento educativo, anzi "manualistico", sono molto fra le righe: non vi aspettate di trovarci indicazioni chiare, aforismi o istruzioni operative ma, forse in modo anche più efficacie, delle sublimazioni ed evocazioni molto efficaci come, ad esempio, quello di nascondere i libri "appositamente" alla vista dei ragazzi o di farsi "scoprire" da essi mentre leggiamo clandestinamente bei libri "di nascosto".
La trasgressione attira molto più dei saggi consigli, per far assumere alla lettura tutto il fascino del mistero, della scoperta del proibito e del prezioso...
D'altra parte, non era forse G.B Shaw a dire che le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare?

Sinossi: E' proprio attraverso l'analisi del comportamento, di come giorno dopo giorno interagiamo con l'oggetto libro e i suoi contenuti, che Pennac riesce a dimostrare alcune storture dell'educazione non solo scolastica, ma anche familiare. Laddove, normalmente, la lettura viene presentata come dovere, Pennac la pone invece come diritto e di tali diritti arriva a offrire il decalogo. Piena libertà dunque nell'approccio individuale alla lettura perché "le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere".

martedì 4 gennaio 2011

NOVITA': Una nuova classificazione sulle letture

------ NOVITA' SUL BLOG -------


Da oggi introduciamo una nuova classificazione dei libri di cui tratta il blog.
Si tratta di un diverso punto di vista che classifica, più che i libri di per sè stessi, le letture e le sue relative riflessioni, evocazioni, emozioni; una classificazione soggettiva delle funzioni assunte dai libri stessi, complementare e non alternativa a quella tradizionale.
Ognuno, se vuole, può utilizzarla anche per ricavarne consigli e indicazioni.
Ed ecco che, ad esempio, un libro per bambini come Momo di Michael Ende, può venir classificato sotto la voce filosofare; oppure il romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue di Alessandro D'Avenia, può rivelarsi un modo utile e diretto per affrontare l'adolescenza e capire molti aspetti legati a quel mondo particolare, al pari e forse anche meglio, di qualsiasi altro manuale di psicopedagogia di grido.

Le lettere di Babbo Natale di John Ronald Reuel Tolkien

Il Grande Maestro della Fantasia non si smentisce. Mai.
Grande Maestro anche nell'ideazione pratica oltre che letteraria.
A dispetto del titolo e dei destinatari delle lettere (i figli di Tolkien), questi racconti sono ideali per i ragazzi più grandi e per gli adulti.
Per i bambini restano valide e insuperabili le fondamentali fiabe dei fratelli Grimm.

Ma queste belle Lettere di Babbo Natale sono da leggere e non necessariamente sotto Natale; molto meglio, piuttosto, seduti sotto un faggio, in un bosco di faggi.

In fondo, poi... chi non avrebbe voluto un padre come Tolkien? Colto, famoso e in grado di concepire una tale sorpresa ai propri figli? Certo, noi oggi abbiamo a disposizione Nintendo, Ipod, Ipad, Tv, PS2; ma lui... Poverino! Negli anni '20, qualcosa doveva pur inventarsi per sorprendere i propri pargoletti!

Ora, che anche noi siamo ormai entrati a pieno regime negli anni '10... Cosa regaleremo ai nostri figli dal prossimo Natale?

Sinossi
Il 25 dicembre 1920 J.R.R. Tolkien cominciò ad inviare ai propri figli lettere firmate Babbo Natale. Infilate in buste bianche di neve, ornate di disegni, affrancate con francobolli delle Poste Polari e contenenti narrazioni illustrate e poesie, esse continuarono ad arrivare a casa Tolkien per oltre trent'anni, portate dal postino o da altri misteriosi ambasciatori. Una scelta di questi messaggi annuali, trascritti a volte in forma di colorati logogrifi, formano questa fiaba intitolata "Le lettere di Natale", scritta a puntate da un Tolkien non tanto in vena di paterna e didattica allegria, quanto in groppa all'ippogrifo della sua fantasia filologica e ironica.