mercoledì 15 settembre 2010

Prendersi cura di se stessi di Antonio G. Balistreri

Continua il dibattito intorno alla pratica filosofica. Per capire fondamentalmente se davvero la pratica filosofica possa aiutare ad una riflessione esistenziale o meno. Ma se così fosse, perchè l'esigenza di specializzarla? Non dovrebbero filosofeggiare tutti, comunque, a prescindere? Non era, di fatto una pratica comune a tutti nell'antichità? C'è forse bisogno di "patologizzare" il disagio per giustificare un intervento specialistico?



Dalla quarta di copertina: "Questo libro si basa su tre argomenti tra loro strettamente connessi. Presenta un'idea di filosofia, un'idea della cura e un'idea dell'uomo. L'assunto di partenza è che la cura è parte costitutiva dell'uomo e che la filosofia è la forma della cura. In sostanza vede l'uomo come un essere bisognoso di cura e la filosofia stessa come cura. Se "cura" si può dire con molti significati, uno in particolare qui emerge con forza: quello della filosofia come terapeutica dell'esistenza. Il recupero attuale di una dimensione pratica della filosofia, e del suo ruolo terapeutico, passa attraverso il prendersi cura dell'esistenza in modo da affrontare i mali che le sono connaturati e da evitare o superare quelli che dipendono da noi. "Una medicina dell'anima diceva Cicerone - esiste di certo, ed è la filosofia"

Balistreri A.G., Prendersi cura di se stessi. Filosofia come terapeutica della condizione umana, Apogeo 2006

Nessun commento:

Posta un commento