giovedì 22 luglio 2010

Momo di Michael Ende

Un grande romanzo fiabesco, dell'altrettanto grande Michael Ende, l'autore de "La storia infinita", uno di quei romanzi per i quali ti chiedi se la definizione "Narrativa per Ragazzi" sia effettivamente riduttiva (e certamente lo è).
Ende affronta uno degli argomenti più difficili del pensiero filosofico di tutti i tempi: Il tempo. Ma lo fa con la semplicità di una fanciulla e di come le cose più semplici siano alla fine le più profonde e le cose più complicate rivelino soltanto la confusione e le contraddizioni del vivere più che la complessità dell'anima.
La domanda implicita che Ende evidenzia attraverso i personaggi del racconto è "Come mai, nonostante corriamo sempre di più e facciamo di tutto per "risparmiare tempo", facendo sempre più cose nel minor tempo possibile e più velocemente; di tempo, noi, ne abbiamo sempre di meno?".
E Scusate se è poco! Un dilemma filosofico universale, che parte da Seneca ed arriva a Nietzsche!
E' la contraddizione del moderno o, per dirla con Nietzsche, è il nichilismo generato dal trionfo della tecnica sull'uomo e sul divino.
Un libro che i ragazzi dovrebbero consigliare ai propri genitori sempre affannati e indaffarati.
E se i grandi, cari ragazzi, dovessero rispondervi che hanno poco tempo per leggere, allora dovrete leggerglielo voi... la sera, prima di andare a letto, spegnendo loro la televisione (la vera, per dirla con Karl Popper, "ladra di tempo"! [Popper K., Cattiva maestra televisione])
Infine, vi ripropongo l'indovinello contenuto nel libro:
In una casa ci stan tre fratelli
che a volte son brutti e a volte belli.
Essi sono realmente
l'un dall'altro differente.
Ma se a distinguerli tu proverai
uguali identici li troverai.
Il primo non c'è perché sta giungendo.
Il secondo non c'è perché sta uscendo.
C'è solo il terzo, il minore dei tre,
ma non ci son gli altri se il terzo non c'è.
E questo terzo su cui mi diffondo
esiste solo perché nel secondo
il primo si trasforma, moribondo.
Se poi guardare tu lo vorrai
uno degli altri fratelli vedrai.
Dimmi, bambina, i tre sono uno?
o solo due? — oppure nessuno?
Se il loro nome tu troverai
tre grandi sovrani ravviserai.
Essi governano insieme un gran regno
e loro stessi sono il gran regno
e sono uguali dentro il gran regno».
Troverete la soluzione nel libro!
Dalla quarta di copertina: "Tra le rovine di un anfiteatro, ai margini di una grande città, trova rifugio una strana bambina, che, fuggita dall'orfanotrofio non conosce nemmeno la propria età. Agli abitanti dei dintorni, che la guardano incuriositi, dice di chiamarsi Momo. Non passa molto tempo che la bambina si conquista la fiducia e la simpatia di tutti, chiunque abbia un problema va da Momo che non dà consigli e non esprime opinioni, si limita ad ascoltare con un'intensità tale che l'interlocutore trova da solo la risposta ai suoi quesiti. Un giorno gli agenti di una sedicente Cassa di Risparmio del Tempo si presentano anche nel microcosmo costituito da Momo e dai suoi amici. Tutti cadono nella trappola dei "Signori Grigi", e Momo deve affrontare da sola la situazione ..."
Dalla recensione de "L'Indice" (scheda di Levi Montalcini, A., L'Indice 1985, n. 1): "Vivere consuma il tempo ma ne conserva la qualità vitale, risparmiare il tempo spegne la vita e distrugge così il tempo. La fiaba di Ende racconta l'antico conflitto tra la vita e la morte in termini più sottili e moderni: a Momo, la bambina capace di ascoltare tanto da udire e fare udire le musiche, i silenzi e le avventure della vita interiore, si oppongono i Signori Grigi, nebbiosi, freddi e insinuanti che possono trasformare la vita in un vuoto insensato e ripetitivo e il cuore umano in un luogo sterile e chiassoso. La lotta di Momo contro i Signori Grigi si anima di continue invenzioni: il vortice vagante che crea le tempeste, la tartaruga Cassiopea che prevede il futuro, ma solo per la prossima mezz'ora, la stanza degli orologi di Maltro Hora, il custode del Tempo, e il luogo onirico di dove sgorgano e nascono le ore. La ricchezza delle immagini compensa i momenti più rari, in cui il conflitto non riesce ad attingere alla dimensione fiabesca."
Ende M., Momo, Longanesi 1984

lunedì 19 luglio 2010

L'ospite inquietante di Umberto Galimberti

Fra le domande "inquietanti" del nostro tempo vi è anche e soprattutto quella relativa ad una riflessione sulle nuove generazioni.
Inutile certamente vivere di fisiologiche nostalgie; (il "si stava meglio ai miei tempi" è un'affermazione valida in tutte le epoche) anche perchè tali nostalgie, come affermava Norberto Bobbio in "De senectude", celano la propria personale nostalgia per la propria giovinezza ed il proprio tempo andato e non un'oggettiva analisi dell'evoluzione/involuzione della società e dei suoi costumi e valori.
Ma un dato è certo: le generazioni precedenti (i padri e i nonni dei giovani d'oggi), non hanno saputo trasferire i propri valori alle generazioni future. E questa anomia è più grave del trasferimento di qualsiasi valore; perchè contro il vuoto non ci si può ribellare e non è facile sviluppare una coscienza civile o un senso critico.
Il dato più inquietante infatti, non è la ribellione (anche questa fisiologica) ai valori tradizionali o in tal caso ai valori nati dai movimenti degli anni '70, da parte delle giovani generazioni, ma l'assenza assoluta di valori e quindi l'impossibilità di contestare il nulla.
Non tanto per giustificare le giovani generazioni ed i loro comportamenti, le loro indolenze e pigrizie, ma per capire meglio come siamo potuti arrivare a questo come società.
Il nichilismo è figlio legittimo del relativismo, della democratizzazione globalizzata in ogni ambito. Tutto è lecito, basta che sia "attuale".
L'unico riconoscimento rimane l'attualizzazione, il tempo. Quindi anche i valori, al pari delle merci e degli oggetti, si consumano ed anche piuttosto in fretta!

Per il resto si può dire tutto ed il contrario di tutto, quindi NULLA!

Fondamentale l'affermazione dell'autore secondo il quale la precedente generazione guardava al futuro con speranza, mentre i nostri giovani hanno paura del futuro!


Da leggere. Ed anche in fretta: prima che sia davvero troppo tardi!


Dalla quarta di copertina: "Il nichilismo, la negazione di ogni valore, è anche quello che Nietzsche chiama "il più inquietante fra tutti gli ospiti". Si è nel mondo della tecnica e la tecnica non tende a uno scopo, non produce senso, non svela verità. Fa solo una cosa: funziona. Finiscono sullo sfondo, corrosi dal nichilismo, i concetti di individuo, identità, libertà, senso, ma anche quelli di natura, etica, politica, religione, storia, di cui si è nutrita l'età pretecnologica. Chi più sconta la sostanziale assenza di futuro che modella l'età della tecnica sono i giovani, contagiati da una progressiva e sempre più profonda insicurezza, condannati a una deriva dell'esistere che coincide con il loro assistere allo scorrere della vita in terza persona. I giovani rischiano di vivere parcheggiati nella terra di nessuno dove la famiglia e la scuola non "lavorano" più, dove il tempo è vuoto e non esiste più un "noi" motivazionale. Le forme di consistenza finiscono con il sovrapporsi ai "riti della crudeltà" o della violenza (gli stadi, le corse in moto). C'è una via d'uscita? Si può mettere alla porta l'ospite inquietante?"

Galimberti U., L' ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Feltrinelli 2007

giovedì 15 luglio 2010

Il Procuratore di Andrea Vitali

Un bel romanzo.
Certamente non il migliore fra quelli di Vitali (come ad esempio "La figlia del podestà").
Una trama funzionante, anche se in certi passaggi un po' scontata. Quasi obbligata visto il tema narrativo.
Sempre magistrale la descrizione della provincia italiana del nord! Spassosa anche la costruzione dei personaggi.
Se volete distrarvi fra un sonnecchiamento in spiaggia (ideale se andate in vacanza sul lago di Como...) e un bagno, è l'ideale e leggero romanzo italianissimo.

Dalla quarta di copertina: "Protagonista è uno dei personaggi nati dalla fantasia di Andrea Vitali (e forse rubati almeno in parte alla realtà della sua Bellano). Perché Marco Perini, il protagonista di questo romanzo ambientato negli anni del fascismo, di mestiere "procura" ragazze giovani e disponibili vivendo tra pensioncine e bordelli. Intorno a questo imprevedibile flâneur, si muovono marescialli puntigliosi, belle ragazze, uomini innamorati, albergatori in cerca d'evasione..."

Vitali A., Il procuratore, Garzanti 2006