martedì 2 novembre 2010

L'uomo artigiano di Richard Sennett

E' un libro che fa riflettere. Sulle cose più elementari e scontate della nostra vita quotidiana. Talmente scontate che non le notiamo nemmeno più.
L'uso delle mani ad esempio, è diventata un'abilità sottotono.
L'uso delle mani come abilità collegata al pensiero, alla deduzione, alla esecuzione ragionata.
Il "saper fare" si è spostato tutto sulle abilità intellettuali. Saper usare le mani è solo saper usare una tastiera, un video touch screen, un mouse, un telecomando, una pulsantiera di una macchina. Come in videogioco.
La capacità di osservazione, di deduzione e di riparazione l'abbiamo definitivamente persa. Se si rompe qualcosa, qualcosa di concreto, semplicemente la sostituiamo, se non addirittura ricompriamo direttamente tutto: abbiamo Ikea, Leroy Merlin, Trony, Ebay. Nemmeno la osserviamo per capire com'è fatta e magari basta sostituire una vite.

La nostra attività è diventata attività del consumo; funzionale al consumo.

E alla fine le nostre mani si distaccano sempre di più dalla nostra mente: trattano il virtuale come fosse il reale e se un Iphone ci mette a disposizione una applicazione che riproduce il freddo o il caldo sul video del telefonino, restiamo estasiati come una grossa conquista del progresso.
Abbiamo il fuoco e il ghiaccio in natura, ma preferiamo le loro imitazioni virtuali.

Re-imparare ad usare le mani, acquisire la manualità, significa ri-abituare la mente ad emanciparsi e a stimolare il proprio spirito di sopravvivenza.


Un esempio concreto raccontato da Mauro Corona.
Due coniugi si sono persi durante un'escursione in un bosco e sono stati ritrovati morti assiderati alcuni giorni dopo. In tasca, uno dei due, aveva un'intera scatola di fiammiferi.
I due sono morti, perchè incapaci di accendere un fuoco per riscaldarsi. Drammatico, ma vero.

Dalla quarta di copertina: "Saper fare bene le cose per il proprio piacere: una regola di vita semplice e rigorosa che ha consentito lo sviluppo di tecniche raffinatissime e la nascita della conoscenza scientifica moderna. Fabbri, orafi, liutai univano conoscenza materiale e abilità manuale: mente e mano funzionavano rinforzandosi, l'una insegnava all'altra e viceversa. Ma non è il solo lavoro manuale a giovarsi della sinergia tra teoria e pratica. Perché chi sa governare se stesso e dosare autonomia e rispetto delle regole, sostiene Sennett, non solo saprà costruire un meraviglioso violino, un orologio dal meccanismo perfetto o un ponte capace di sfidare i millenni,ma sarà anche un cittadino giusto. L'uomo artigiano racconta di ingegneri romani e orafi rinascimentali, di tipografi parigini del Settecento e fabbriche della Londra industriale, un percorso storico attraverso cui Sennett ricostruisce le linee di faglia che separano tecnica ed espressione.arte e artigianato, creazione e applicazione. Il miglior esempio di "saper fare" moderno? il gruppo che ha creato Linux, gli artigiani della moderna cattedrale informatica"

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