mercoledì 8 febbraio 2012

Manifesto per un mondo senza lavoro di Ermanno Bencivenga

Un ritorno al passato delle grandi utopie per tentare di forgiare un futuro a immagine e somiglianza dell'''uomo socratico'', piu incline alle leggi della crescita interiore che a quelle dell'economia.
Di certo un trattato molto teorico, di fatto un puro esercizio accademico per la genesi di una grande utopia.
Senza dubbio una sfida ed una provocazione, che ha comunque il merito di mettere in evidenza aspetti paradossali della nostra società moderna occidentale e capitalistica, tesa a spacciare il proprio modello sociale, come l'unico, naturale ed inevitabile.
L'utilità maggiore di questo saggio, risiede nella capacità di stimolare una presa di coscienza. O quanto meno la libertà di sapere come, molti dei princìpi che abbiamo considerati fino ad oggi come assiomi, possono essere "descostruiti" ed analizzati criticamente.
Lavoro e attività; passione e professionalità; talento e capacità; tecnica e creatività; consumismo e benessere; ricchezza e opulenza; potere e sperpero; avere e essere...
Sono solo alcuni dei binomi che potranno essere scomposti concettualmente senza essere considerati solo come dei sinonimi sociali.

Sinossi: "In questo libro l'autore descrive, estremizzandolo, un mondo succubo dei consumi, travolto dal desiderio di possesso. Ma dietro la maschera c'è il sogno di un mondo migliore, capace di dare dignità indipendentemente dal successo, e di apprezzare la moderazione del vivere e la ricerca della realizzazione di sé. Un ritorno al passato delle grandi utopie per tentare di forgiare un futuro a immagine e somiglianza dell'uomo "socratico", più incline alle leggi della crescita interiore che a quelle dell'economia"





2 commenti:

  1. Interessante...
    Ti va di barattare un bacio - che ti mando - con un pensiero - che mi mandi?

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  2. Mio caro,
    una breve riflessione mi porta a risponderti alla luce della mia
    esperienza di vita :
    quando ho scritto il tema sul gioco al concorso cui ho partecipato,
    ho iniziato esprimendo una differenza che esiste fra il tempo dedicato
    al gioco infantile, utile ad apprendere , e quello che via via
    diventa per un individuo in crescita il tempo lavorativo..
    credo che questo concetto mi abbia accompagnato e mi accompagni
    ancora.
    Il lavoro è un gioco sociale dipende da come noi lo utilizziamo!
    Un bacio Giuliana

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